Tradizioni

A Blufi, nelle Madonie, un gruppo di giovani crea uno dei più grandi presepi artistici della Sicilia

Anche quest’anno, a Blufi, nel cuore delle Madonie, ritorna uno dei Presepi Artistici della Sicilia più belli e più grandi. A partire dall’8 dicembre, e fino a sabato 6 gennaio, turisti e semplici curiosi potranno far visita al magnifico Presepe Artistico Meccanico di Blufi, giunto quest’anno alla sua 14esima edizione.

Un piccola comunità quella di Blufi, la cui attività principale è costituita prevalentemente dall’agricoltura e che purtroppo, come tante altre realtà siciliane, vede ogni anno molti dei suoi giovani emigrare altrove in cerca di fortuna. Chi resta si ingegna e, si sa, ai siciliani la fantasia proprio non manca; la voglia di riscatto e il desiderio di contribuire al cambiamento culturale ed economico della propria terra fa il resto. Non sono tante le occasioni di aggregazione giovanili a Blufi; ogni occasione dunque è quella giusta per essere sfruttata e valorizzata al meglio affinché diventi un laboratorio di persone, di amici, di sognatori.

Tutto comincia 13 anni fa. Quattro ragazzi poco più che adolescenti, dopo aver respirato quell’aria natalizia, quell’atmosfera di festa, quella passione per gli allestimenti del presepe, in famiglia, decisero di mettere insieme le loro idee e di creare qualcosa di bello, di particolare, tutto loro, da condividere, far conoscere e quindi da esporre.

Il primo luogo deputato ad accogliere la loro prima modesta “creatura” è stata la casa Canonica vicina alla Chiesa Madre; crescendo, l’anno successivo, il presepe fu esposto all’interno della stessa Chiesa e, come succede in questi casi, è stato tale e tanto l’entusiasmo che, dal terzo anno, diventando sempre più grande, è arrivato ad occupare uno spazio di circa 70 mq, e “si è spostato” direttamente nella Casa Canonica di Via Indipendenza, a Blufi, dove si trova tutt’ora.

Quei 4 amici, dal lontano 2010, sono cresciuti di numero e adesso sono in tanti; tra loro sono presenti ragazzi di tutte le età, il che significa che ogni anno si rinnovano le idee, si moltiplicano gli entusiasmi, si porta linfa nuova e si garantisce soprattutto la continuità. Il presepe di Blufi è strettamente ancorato al territorio. In esso si rappresentano scorci madoniti e tra questi trova spazio la natività.

Natività, presepe artistico meccanico di Blufi

Tutta la ricostruzione degli ambienti è frutto della manualità dei ragazzi, della ricognizione ambientale, della ricerca di pietre, nei terreni adiacenti, di sugheri, recuperati nei sughereti di Castelbuono, di scarti di falegnameria, offerti gentilmente e utilizzati per le parti in legno. Fondamentale l’uso dell’argilla per creare i coppi, argilla raccolta sulle rive del fiume Imera. Altro elemento usato è il polistirene che consente di creare particolari oggetti che altrimenti non si potrebbero avere.

L’allestimento del presepe a Blufi ha un grande significato sociale, investe energie, tiene unita la comunità, crea opportunità e turismo ma soprattutto mantiene vive le tradizioni. I ragazzi sono così contenti del loro lavoro che ogni anno si ingegnano e si impegnano a superarsi. Non c’è mai ripetitività, quello dell’anno successivo sarà già diverso perché la creatività genera creatività, le idee si moltiplicano, si rafforza lo spirito di collaborazione e di emulazione con se stessi. Ogni anno si superano ed è uno splendido esercizio di comunione, di collaborazione e di sfida.

Non ci sono periodi di pausa e, anche se il lavoro vero e proprio, la messa in opera, si consuma in quattro/cinque mesi circa, la creazione, la raccolta di idee, i progetti, l’entusiasmo parte a mille già il giorno stesso in cui si ritira il presepe dall’esposizione. E’ così che si rende grande un piccolo paese, è così che vive una bella comunità che si raccoglie e si riconosce in un progetto, diventato il progetto-evento di tutti, che ogni anno viene accolto con gioia e con grandi aspettative.

Un’esperienza esemplare che racconta come le opportunità spesso vanno create con spirito di passione e di comunità. Un esempio virtuoso di come valorizzare un piccolo borgo, orgoglio di giovani che non hanno ceduto alla noia ma hanno messo in moto la loro voglia di essere protagonisti.

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