
La città di Palermo ha aderito alla mobilitazione nazionale “Dalla parte dei diritti” per l’approvazione del disegno di legge Zan che vuole estendere le protezioni attualmente in vigore per le etnie e l’orientamento religioso – previste dalla cosiddetta legge Mancino del 1993 – all’orientamento sessuale e all’identità di genere. Ancora oggi l’Italia è uno dei pochi paesi europei a non avere una legge che protegga adeguatamente le persone della comunità LGBT+.
Per l’occasione la facciata principale del Teatro Massimo si è illuminata con i colori della bandiera arcobaleno. In piazza, anche il sindaco Leoluca Orlando: “Siamo qui – ha detto il primo cittadino – per confermare la nostra volontà di affermare due diritti fondamentali: libertà e vita, che non vengano più mortificati. Chiediamo con forza che questa legge venga approvata ma che sia un primo passo che agisce sul diritto penale per aprire la strada a un forte cambio culturale, perché necessitiamo e meritiamo un forte cambio culturale. Tutti noi seguiremo i lavori del 20 ottobre in Parlamento, chiedendo a chi voterà di metterci la faccia”.
“Una piazza piena di adolescenti – ha commentato Pietro Pitarresi, coordinatore del Palermo Pride – per una legge che è destinata principalmente a loro, perché le nostre esistenze sono state contrassegnate dalla violenza e dalla discriminazione. Ci è stata insegnata la vergogna, le cose più belle che sono capitate nella nostra vita sono state macchiate dalla vergogna ed è per questo che diventa necessaria l’educazione di genere, che in qualche modo esiste già ma è educazione di genere del patriarcato. I soggetti vulnerabili, adolescenti e minori, vivono in spazi di claustrofobia i fatti di violenza e stereotipi, schiacciati da un ordine spacciato per ordine naturale. A chi solleva il problema della libertà di opinione: il timore è di perdere la libertà di massacrarci”.