Tradizione vuole che il 7 e l’8 dicembre siano due giorni da vivere in famiglia, tra succulenti pranzi, cene e immancabili giocate a carte e a tombola.
Nel palermitano il piatto tipico di questo periodo è lo “Sfinciuni”, una focaccia condita con salsa di pomodoro, cacio cavallo e acciuga. Insieme allo “Sfinciuni” troviamo i Cardi in pastella ed il Baccalà fritto con la “passolina”. In molte città è anche diffusa la tradizione delle “Muffulette”, le focaccine nel cui impasto si mettono semi di finocchio, condite con olio nuovo e origano di montagna.
Come si può facilmente intuire, sono i dolci a rendere unica e inimitabile la festa dell’otto dicembre in Sicilia. Immancabile la “Petrafennula”, un torrone a base di mandorle, miele, mandorle, bucce di arancia e di cedro. Le “Mustazzola”, tipici biscotti ericini impastati con il miele, “I cosi ri ficu”, particolari biscotti dalle forme particolari, ripieni di pasta di fichi e cosparsi di zucchero colorato. Dolce principe delle festività dell’Immacolata è il “Cuccidatu”, il buccellato, che con la sua tipica forma rappresenta simbolicamente la corona di stelle, “u stellariu” della Madonna. È realizzato con pasta frolla ripiena di fichi secchi, uva passa, mandorle e scorze d’arancia.
Da sempre per i siciliani la festa dell’Immacolata Concezione è stata un momento di fede e di rinsaldamento dei legami familiari attorno alla tavola.
Nell’Isola, il culto verso la Madonna Immacolata è talmente sentito che Pio XII proclamò l’Isola “Feudo di Maria”, e lo stesso episcopato siciliano, già nel 1655 proclamò la Madonna patrona della Sicilia.
