Storia

Il fornello tradizionale siciliano è chiamato tannura ed è uno dei più antichi del mondo

Il cuore della casa, il luogo dove ci si raccoglie, dove si passa la maggior parte delle ore di una giornata è senza dubbio per tutti la cucina. Si parla infatti del focolare domestico là dove il fuoco dà calore, scalda e cuoce il cibo, unisce la famiglia.

Borgo Parrini – Tipica cucina siciliana – Foto di CustonaciWeb

Nella tradizione siciliana si ritrova quell’atmosfera di famiglia raccolta quando si nomina la tannura siciliana. Era un fornello a legna o a carbone portatile, un po’ come oggi consideriamo il barbecue. Era in ferro, di forma cubica e poggiava su quattro piedi. Era costituito da una camera con uno sportellino frontale con sopra una griglia asportabile, sui lati della quale si spostava il carbone acceso, cioè la brace. Più avanti sostituita dalla fornacella a carbone che si costruiva in muratura o in pietra e si sistemava accanto al forno a legna che serviva a preparare anzitutto il buon pane di casa.

La tannura si chiamava anche cufuneddrucufunifornellu o fucuni. Lo stesso termine si utilizzava inoltre per indicare un fornello a lenta combustione usato dai falegnami del Palermitano per tenere liquida la colla a caldo. Il nome tannura deriva probabilmente dall’arabo tannūr o da atanor, ed era la fornace degli alchimisti. Ecco perché possiamo dire che questo forno siciliano sia stato il più antico forno del mondo.

Grotta Mangiapane, antico fornello siciliano – Foto di CustonaciWeb

Nella camera in basso attraverso la porticina si mettevano dei pezzetti di legno o di paglia che accendendosi facilmente, facilitavano l’accendersi del carbone (carbonella) posto sulla griglia sovrastante. Soffiando con un mantice o un ventaglio, si favoriva l’accensione veloce della carbonella con lo sportellino aperto.

Ai lati della griglia si metteva la pentola o la padella per cuocere i cibi o una graticola, la rarigghia per fare arrostire le carni o altro. E le ceneri cadevano giù nella stessa camera in basso.

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