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Storia e leggenda del meraviglioso Santuario di Maria SS. di Custonaci

Il Santuario di Maria Santissima di Custonaci è tra i più rinomati in Sicilia per il prezioso quadro che custodisce e per il singolare e bellissimo sagrato che lo circonda, realizzato con piccoli ciottoli di mare. Questi, disposti da sapienti mani, con armonia ed eleganza, creano disegni unici dai motivi geometrici e floreali.
Un’antica leggenda è legata a questa preziosissima immagine della Madonna di Custonaci. Si narra che un’imbarcazione francese, partita dal porto di Alessandria d’Egitto e diretta in Francia, trasportasse tra il suo carico un quadro della Madre di Dio. Giunti nei pressi delle coste ericine e colti da una spaventosa tempesta, i marinai pregarono la Vergine per chiedere la sua intercessione affinchè li proteggesse e riuscissero a scampare alla morte.

Foto di CustonaciWeb

Nelle loro preghiere promisero che, calata la tempesta, avrebbero deposto la sacra immagine nel luogo in cui fossero riusciti ad attraccare, costruendo in quel posto, dedicata a Lei, una cappella votiva, a sua Gloria. Il mare improvvisamente si calmò e i marinai riuscirono ad attraccare incolumi alla Cala del Buguto. Qui iniziarono a costruire la cappella per ringraziare la Vergine del miracoloso salvataggio. Ma, per la paura che quella cappella fosse troppo esposta alle scorrerie dei pirati, si decise di erigere la cappella sulla vicina collina di Custonaci, dove i contadini portarono  a spalla la sacra immagine.

Il Santuario di Custonaci, imponente nella sua mole, proprio al centro del paese, ha origini cinquecentesche e ha subito diverse modifiche ed ampliamenti nei vari decenni. Nel ‘900 viene reso a croce romana con tre diverse navate, divise da colonne in muratura. Su queste, dipinte con effetti marmorei, si innalzano archi a sesto acuto che richiamano stili gotici. Nel cappellone spicca il settecentesco coro ligneo intagliato sul quale primeggiano due importanti affreschi della prima metà del ‘700 raffiguranti la natività della Vergine e la natività di Cristo con i pastori, opera di Domenico La Bruna.

L’altare maggiore, in chiaro stile barocco, è stato realizzato da maestranze trapanesi, con marmi di Custonaci, intarsiati e a vari colori. Delle cinque statue che lo arricchiscono, solo quella dell’Immacolata, sempre in marmo, è stata scolpita da ignoto scultore trapanese nei primi decenni del ‘600. Le altre sono tutte in legno opera di Pietro Calamela e rappresentano l’Abbondanza e la Sapienza, le due in basso, mentre le due in alto raffigurano Sant’Alberto e San Giuliano. Le navate laterali della Basilica, nelle loro volte, raccontano, per mano di Carlo Righetto, scene legate al culto della Madonna di Custonaci con l’arrivo del quadro sulla spiaggia di Buguto e il trasporto del quadro della Vergine a Erice.

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